Era attesa da tempo la visita di due medici d' eccezione dalla capitale del Massachusetts all' Ospedale di Bergamo e, come era nelle previsioni, il loro arrivo in questi giorni non è certo passato inosservato. Scott David Solomon è professore di medicina alla Harvard Medical School. Thomson-Reuters lo ha indicato nel 2014 come uno degli scienziati più citati negli ultimi 10 anni. È direttore di cardiologia non invasiva all'Ospedale Brigham and Women's Hospital di Boston (USA) ed editore associato di European Heart Journal, una delle più importanti riviste cardiologiche a livello mondiale. Caren Grossbard Solomon è vice-direttore della rivista "The New England Journal of Medicine (NEJM)", il più antico giornale di medicina di maggior prestigio e con maggiore fattore di impatto nella comunità scientifica.
I due professori erano attesi per un Convegno organizzato dalla FROM - Fondazione per la Ricerca Ospedale di Bergamo, su invito di Michele Senni, direttore della Cardiologia 1. Scott Solomon ha tenuto una relazione sullo scompenso cardiaco a frazione d'eiezione preservata che rappresenta, nell' ambito delle patologie cardiovascolari, il quadro clinico più importante per il numero di pazienti affetti. "Ero già stato a Bergamo: con il vostro ospedale siamo legati da una collaborazione in uno dei 5 studi più importanti al mondo in cardiologia per numero di pazienti arruolati. È la prima volta che visito il Papa Giovanni e devo dire che mi ha enormemente impressionato. È davvero simile a un aeroporto" ha scherzato Scott Solomon al termine della conferenza. "In realtà vorremmo più strutture altrettanto moderne anche da noi negli USA: il comfort è sicuramente un valore aggiunto importante per i pazienti".
Caren Solomon ha invece evidenziato nella sua relazione, alla presenza di alcune decine di medici bergamaschi, gli elementi fondamentali di un lavoro scientifico per aumentare le probabilità che venga pubblicato. Ha poi rivolto un consiglio ai giovani ricercatori affinché non smettano mai di interessarsi, cerchino un gruppo che li coinvolga nella crescita professionale e poi trovino il proprio sentiero.
"Siamo particolarmente onorati della presenza della collega Caren Solomon - ha dichiarato Michele Senni, direttore della Cardiologia 1 dell'ASST Papa Giovanni XXIII -anche perché il nostro ospedale è entrato in maniera significativa nell'agone della ricerca, dotandosi tra l'altro di una Fondazione per la ricerca (FROM) la cui missione è quella di creare ed implementare la ricerca già esistente, offrendo strutture richieste dalle attuali normative. Molto spesso è proprio dalla pubblicazione di studi sul New England Journal of Medicine che avviene l'introduzione dei farmaci in ogni singolo paese per l'emissione in commercio. Non si tratta solo di studi farmacologici: in molti casi anzi sono studi epidemiologici e fisiopatologici. Tutte e tre queste tipologie di studi favoriscono la definizione di linee guida per la gestione di pazienti nella pratica clinica, sia per le discipline mediche e chirurgiche, sia per altri avanzamenti dei campi della medicina".
La collaborazione con la capitale del Massachusetts ha preso il via alcuni anni fa. Un primo scambio di giovani ricercatori si ebbe con la research fellowship di Mauro Gori alla Harvard Medical School. Ora la visita all'ospedale di Bergamo è stata anche l'occasione per fare il punto della situazione sui nuovi progetti in corso tra l'ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e la Harvard Medical School di Boston. È già in stato avanzato lo studio citato da Scott Solomon sullo scompenso cardiaco a funzione sistolica preservata. Con più di 4800 pazienti arruolati, la ricerca vede il Papa Giovanni XXIII come terzo centro al mondo su 850 centri coinvolti per numero di pazienti arruolati. È solo l'ultimo segnale del livello crescente di collaborazione scientifica tra Bergamo e Boston.